3° Campo Estivo Bethesda

Il 3° Campo Estivo Bethesda: 27 al 30 Giugno 2018

Quest’anno abbiamo optato per un ritorno a Bicăjel, località montana sui Carpazi a circa tre ore dalla nostra fattoria di Rebricea, dove avevamo già svolto il 1° Campo Estivo Bethesda nel 2016.

I 33 bambini, Mihaela, Crina, Onisim, Dana, con suo marito Cristi sono divisi su due mini-bus, mentre lo Staff di Bethesda (Luca, Claudio, Davide, Giacomo e Orazio) è invece sul mini-van appena acquistato dall’associazione. Così organizzati, abbiamo raggiunto Bicăjel nel primo pomeriggio del 27 Giugno.

Quasi la metà dei bambini invitati al campo viene da Pădureni, il villaggio nel quale siamo più impegnati nella distribuzione alimentare mensile e dal quale provengono anche i 6 fratellini ospiti della fattoria.

Ragazzi pronti per il campo 3° campo Estivo

La metà restante viene dal villaggio di Rebricea e sono ragazzi che frequentano regolarmente le attività in fattoria (ora felice).

Quest’anno il campo riserva alcune novità, la più lampante è sicuramente la maglietta gialla con il logo Bethesda e la scritta in rumeno “Iubeste-ți aproapele” Ama il tuo prossimo. Rapidamente, subito dopo la consegna, vediamo macchie gialle correre dappertutto e questo ci riempie di tenerezza. Noi dello Staff invece abbiamo optato per una bella maglia rossa, in modo da poter essere individuati facilmente dai bambini.

Le maglie rosse dello Staff Bethesda
Le maglie rosse dello Staff Bethesda

Oltre alla maglia, ogni bambino ha un kit composto da una cartelletta piena di colori, fogli bianchi, testi delle canzoni e badge con il proprio nome! Questo li fa sentire oltremodo importanti.

Purtroppo quest’anno il meteo non è stato dalla nostra parte. Solo Dio sa perché. A Bicăjel abbiamo trovato tanta pioggia che nei 3 giorni di permanenza non ci ha mai lasciati in pace, se non per poche ore.
Fortunatamente la struttura del campeggio offre diversi spazi al coperto per svolgere tutte le attività che abbiamo in programma (anche se abbiamo dovuto rinunciare a molte di quelle all’aria aperta). Dobbiamo ammettere che i bambini si sono superati rispondendo con totale naturalezza alla pioggia battente, ai piedi sempre bagnati e al fango che ci ha perseguitati per tutta la permanenza. Probabilmente queste condizioni ambientali sono abbastanza consuete per loro! In più, vedere i loro sorrisi e l’entusiasmo nel partecipare alle attività ci ha riempiti di gioia e ci ha incoraggiati, togliendoci quel velo di preoccupazione che copriva i nostri volti.

Come lo scorso anno, ci siamo divisi i compiti in maniera più o meno equa. Ogni giornata è intervallata da canti a cura di Orazio e Onisim (talentuoso ragazzo di Suceava venuto per aiutarci anche con la lingua rumena); l’insegnamento biblico demandato a Luca; le attività ludico-sportive affidate a Claudio; la cucina, al nostro Chef Davide, che con maestria ha dovuto districarsi nella microscopica cucina del campeggio. Giacomo è stato il nostro factotum, destreggiandosi tra musica, cucina, giochi, e intrattenimento dei ragazzi. Mihaela (traduttrice principale), Crina, Dana e Cristi hanno svolto un egregio compito di vigilanza e supporto durante tutto il periodo.

Sin dal primo giorno, per garantire l’ordine nel campo abbiamo istituito dei voti/riconoscimenti con classifiche per i più ordinati e disciplinati e con nostra piacevole sorpresa non abbiamo quasi mai dato note negative. Questi ragazzi ci sorprendono sempre di più per la loro disciplina e collaborazione. D’altronde alcuni di loro stanno entrando nell’età adolescenziale e si stanno avviando visibilmente verso la piena maturità.

E’ stato bello vedere come la suddivisione in 3 squadre da 11 sia stato un tocca sana per l’affiatamento dei ragazzi, inoltre aver nominato i più grandi “capitani” li ha ulteriormente responsabilizzati. Speriamo diventino bravi leader del domani. Ogni squadra ha il compito di scegliersi un nome, disegnare la propria bandiera e adottare un proprio motto e in questo le loro capacità creative e inventive ci hanno piacevolmente sorpresi. Ad ogni lezione i bambini hanno il compito di rappresentare artisticamente il racconto biblico e noi dello staff siamo chiamati a dare i voti a queste “opere” (questa è stata una delle parti più divertenti). Luca ha inoltre previsto delle domande a quiz sulla lezione, in modo da fissare meglio i contenuti esposti. La somma dei voti presi in tutte le attività decreterà la squadra vincitrice del campo.

Il nostro coro Bethesda
Il nostro coro Bethesda

La musica non è mancata. Con Orazio e Onisim alle chitarre, Giacomo al cajòn e Claudio al tamburello, i bimbi hanno avuto una vera e propria band a disposizione. La presenza di Onisim ha permesso ai bambini di  imparare nuove canzoni, tra cui anche DOMNUL OȘTIRII (una ballata folk rumena con testo cristiano) che ha subito entusiasmato i bambini facendoli cantare a squarciagola sin dalle prime prove: è stato facile intuire che sarebbe diventato il nostro inno del campo.

Nelle poche ore di tregua dalla pioggia abbiamo fatto provare ai ragazzi l’ebbrezza della funicolare presente nella struttura. I ragazzi, ed anche gli adulti, sono stati più che entusiasti di testare questa esperienza nel “vuoto” (poco più di un metro da terra). Il resto dell’intrattenimento era dedicato invece a giochi di imitazione, palla prigioniera, indovina chi, ecc…

Durante la serata finale tutte e tre le squadre, si sono esibite preparando una canzone a scelta nel repertorio a disposizione. Ogni canzone è poi stata giudicata da noi e, chiaramente, il punteggio ha inciso sulla classifica finale della “migliore squadra”.

I giorni per i bimbi passano veloci, non vogliono mai riposare, si svegliano presto al mattino e hanno un’energia inesauribile che li tiene svegli fino a tarda sera. Noi invece siamo visibilmente stanchi e provati dal poco sonno, dall’umidità, dai piedi continuamente bagnati e dalla pioggia che penetra nei nostri vestiti estivi (inadeguati) a questo clima.

Sabato mattina a malincuore carichiamo tutto e tutti sui mini-Bus e sul mini-van perché  le condizioni meteo peggiorano ed è meglio andare via prima possibile dal campo. La strada del ritorno si preannuncia difficile già dai primi metri e i 10 km di sterrato non aiutano. La strada è un fiume di fango e preghiamo che non ci accada nulla, soprattutto ai bambini.
Grazie a Dio raggiungiamo l’asfalto ma notiamo che le piogge hanno fatto crescere a dismisura il livello dei torrenti della zona che quasi lambiscono la strada dove passiamo. A valle ci rendiamo conto che c’è stata una vera e propria innondazione, con i fiumi marroni dal fango e i detriti portati a valle. Ringraziamo Dio che ci ha protetti in questo viaggio e ci arrendiamo al fatto che Lui è sovrano anche sugli eventi naturali.

La parte finale del campo viene svolta in fattoria. Viene premiata la squadra vincitrice con tanto di medaglie, caramelle e ovviamente il diploma di partecipazione al campo. I bambini sono tristi: hanno passato 3 giorni di felicità e spensieratezza lontani dalle loro grigie realtà quotidiane, vogliono foto ricordo con noi, e ci abbracciano. Tutti tornano alla normalità: noi ai nostri piedi asciutti ed in un letto comodo e pulito, loro alle loro strade e case di fango ed ai giacigli condivisi con i numerosi fratellini. Situazioni diametralmente opposte.

David - la squadra vincitrice del 3° Campo Bethesda
David – la squadra vincitrice del 3° Campo Bethesda

Passare qualche giorno con questi piccoli, ci ha aiutato a conoscerli meglio e a scavare un po’ nelle loro vite. Hanno ascoltato le meraviglie del creato e il messaggio di speranza del vangelo, hanno imparato versetti a memoria, cantato, disegnato, giocato, riso. Sentirli pregare spontaneamente l’ultima sera ci ha toccato molto e ricompensati da tutta la stanchezza accumulata e dalle difficoltà incontrate.
Alla fine del campo riusciamo ad ricordare quasi a memoria i loro nomi ed abbinarli ai volti giusti. Quello che è difficile da accettare, e che non dimenticheremo mai, è lo sguardo spesso perso, basso, a tratti malinconico, di alcuni di loro. Chiedere di sorridere spesso è un’impresa.
Dietro questi ragazzi ci sono a volte storie molto tristi, come ci racconta la nostra Mihaela, che conosce meglio di noi la situazione delle famiglie a cui appartengono.
Questo pensiero ci fa riflettere e richiedere a Dio di metterci nelle condizioni di poter donar loro il sorriso, quello che ogni fanciullo a quell’età dovrebbe avere.

D’altronde la nostra chiamata è proprio questa: essere guidati ad aiutare questi piccoli e dare loro la speranza di una nuova vita fondata sul Vangelo.

Abbiamo tanti motivi di ringraziamento per questa esperienza. Sicuramente abbiamo avuto numerosi spunti di riflessione per nuove iniziative da realizzare per sia per questi bimbi, sia per i nuovi che arriveranno e siamo sicuri che il Signore si prenderà cura di loro anche attraverso le nostre vite. 

(Translation by Renée Schalks)

Ragazzi, vi ho scritto perché avete conosciuto il Padre. Padri, vi ho scritto perché avete conosciuto colui che è fin dal principio. Giovani, vi ho scritto perché siete forti, e la parola di Dio rimane in voi, e avete vinto il maligno.

1Giovanni 2:14

 

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