Dove Operiamo

Attualmente operiamo nel nord-est della Romania, nella regione della Moldova, un’area prevalentemente rurale segnata da condizioni di estrema povertà. Nei villaggi più isolati, l’accesso è spesso difficoltoso, soprattutto nei mesi invernali, a causa delle strade poco praticabili.

Il nostro punto di riferimento è la fattoria di Chedes Agape ONG, situata nel comune di Rebricea (distretto di Vaslui). Qui collaboriamo con un gruppo di cristiani rumeni appartenenti alle chiese locali, che ci supportano nelle diverse attività.

Dall’Italia alla Romania (Rebricea) distretto di Valsui.

Per raggiungere Rebricea dalla Romania, oggi si può atterrare a Iasi, a 41 km di distanza. In passato, si partiva da Bucarest, e il viaggio mostrava un graduale passaggio dalla periferia urbana a un paesaggio rurale incontaminato, molto diverso dall’Italia.

In primavera, la natura rigogliosa colpisce subito: prati verdi, vegetazione abbondante e un territorio apparentemente intatto. Tuttavia, l’assenza di abitazioni e infrastrutture rende gli spostamenti difficili, con poche strade e servizi inesistenti per lunghi tratti. Lo sviluppo economico della zona appare improbabile senza interventi governativi significativi, resi difficili dalla povertà del Paese e dal disinteresse dell’Europa.

La fattoria Chedes Agape

Chedes Agape
Fattoria Chedes Agape

La fattoria di Chedes Agape si trova vicino a Vaslui, capoluogo del distretto di Rebricea. L’edificio, con un solido tetto rosso, è stato rinnovato grazie al lavoro di missionari, volontari e donazioni. La gestione è affidata a collaboratori locali, supportati dal direttivo di Chedes Agape in collaborazione con il direttivo di Bethesda.

Il villaggio di Rebricea

Arrivare a Rebricea è come tornare indietro nel tempo. Nonostante la strada asfaltata abbia portato più traffico, i locali usano ancora carri trainati da cavalli, guidati da contadini segnati dalla fatica.

Molti bambini giocano per strada con pochi mezzi e senza sorveglianza. Le case sono modeste, spesso fatte di fango con tetti precari, inadatte al rigido inverno, dove le temperature scendono sotto i -25°C. Le condizioni di vita sono estremamente difficili.

Attività e aiuti umanitari

Lavorare nella fattoria è faticoso ma immersivo, con tante attività pratiche come tagliare legna, riparare strutture e smistare beni. Abbiamo anche un magazzino per l’aiuto alle famiglie bisognose con pacchi alimentari, oltre a questo organizziamo momenti per i bambini (educazionali e spirituali), puntando su una nuova generazione educata all’amore e alla solidarietà.

Le visite nei villaggi vicini rivelano realtà drammatiche: bambini soli, con problemi di salute, abbandonati dai genitori, che vivono in condizioni estreme. La missione fornisce aiuti alimentari e conforto spirituale, offrendo speranza in un contesto di profonda povertà.

Situazione sanitaria e casi difficili.

L’assistenza sanitaria nei villaggi è critica. Possiamo raccontarvi di Louise, una bambina ustionata, non riceve cure adeguate e nasconde il suo braccio per vergogna. Altri bambini, con gravi problemi odontoiatrici vengono spesso ignorati dal sistema sanitario perché poveri. Altre famiglie con figli con disabilità mentale che vivono in poco più di 20 metri quadri. Sei bambini abbandonati dalla loro madre naturale, scappata per le violenze di suo marito e tanti altri casi simili lasciano sempre sgomenti e impotenti verso il mare di bisogno. 
Altri ragazzi cresciuti con genitori alcolizzati e senza una adeguato sostegno famigliare, ragazzi pieni di capacità creative e con tanta voglia di riscattarsi. 
Questi sono solo alcuni casi, ma potremmo allungare la lista all’infinito, purtroppo!

Attività spirituali

 All’interno del centro Chedes Agape, svolgiamo tante attività spirituali con i gruppi che usano il centro per ritiri spirituali, programmi per ragazzi, campi estivi, culti di adorazione arricchiti da canti, testimonianze, esortazioni, studio della Parola e persino la gioia di celebrare battesimi.

Durante i viaggi, è quasi un dovere visitare i credenti della zona. Diverse sono le comunità che ci accolgono sempre con entusiasmo nei loro incontri. E’ fondamentale per noi avere comunione con le realtà locali evangeliche per poter comprendere meglio l’approccio da avere nelle situazioni che vogliamo gestire e per incoraggiare e supportare questi fratelli che fanno davvero tanto per l’Opera del Signore.

Tornando a casa…

Tornare a casa lascia sempre un velo di malinconia. Vivere queste realtà sulla propria pelle è qualcosa di profondamente diverso dal vederle in un video o in una foto. Gli odori, i colori, la sofferenza tangibile restano impressi nell’anima di chiunque metta piede in queste terre, diventando un ricordo indelebile. Spesso trascorriamo qui solo pochi giorni, ma ciò che accade nel cuore dura per sempre. Ogni volta avvertiamo che questo non è semplicemente un viaggio, ma l’inizio di un’avventura, anzi, di una vera e propria missione nel nome di Dio.

Certo, la paura c’è. Ci chiediamo se saremo davvero in grado di offrire il nostro contributo, se riusciremo a fare la differenza. Ma una cosa è certa: qualunque cosa accada, porteremo con noi ogni insegnamento, ogni sguardo, ogni gesto di amore ricevuto. Impareremo ad apprezzare anche le più piccole cose, come il pane quotidiano sulla nostra tavola.

Servire nella vigna del Signore porta una gioia immensa. È proprio vero che “un giorno nei tuoi cortili val più che mille altrove”. La fattoria, la missione, l’opera in questa terra continueranno anche senza di noi, ma Dio ha voluto affidarci un compito speciale: amare il nostro prossimo, distaccandoci da quel mondo materiale che troppo spesso annebbia i nostri pensieri.

E quando atterriamo nuovamente in Italia, mentre rientriamo nelle nostre case, un pensiero ci accomuna sempre: tornare presto, là dove il povero invoca giustizia e “la messe è grande, ma gli operai sono pochi…”.

 

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